L’ipotesi delineata nel quesito, e la conseguente applicazione dell’aliquota I.V.A. agevolata del 10% è possibile solo nel caso in cui sussistano contemporaneamente queste condizioni: si sia in presenza di “interventi di restauro e risanamento conservativo”, o di “interventi di ristrutturazione edilizia”, di cui alle definizioni fornite all’art. 3, co. 1 lett. c) e d) D.P.R. n. 380/2001, ed il soggetto privato abbia acquistato beni cosiddetti “finiti”, cioè quelli che, benché incorporati nella costruzione, conservano la propria individualità (a titolo esemplificativo, ma non esaustivo, porte, infissi eterni, sanitari, caldaie, altro).
Nell’ipotesi in questione, se da un lato è rispettata la prima delle due condizioni sopra illustrate (intervento di ristrutturazione), dall’altro non possiamo giungere alla stessa conclusione con riferimento all’acquisto di beni “finiti”: infatti, le lastre di granito sono considerabili come materie prime o semilavorati e, di conseguenza, non si può procedere con la richiesta d’applicazione dell’aliquota I.V.A. agevolata al 10%.
Rimanendo nel rispetto della normativa vigente, l’unica soluzione perseguibile per ottenere l’I.V.A. agevolata al 10% è quella in cui il committente, una volta visionato il materiale, ne proceda all’ordine ed acquisto attraverso la ditta appaltatrice dei lavori di ristrutturazione, che ne cura la successiva posa.
Ogni altro approccio alla problematica che non sia in sintonia con quanto appena delineato non è perseguibile: l’eventuale sottoscrizione al venditore della richiesta d’applicazione dell’aliquota I.V.A. agevolata del 10% designa il committente quale diretto responsabile dell’errata imposizione, così come semplicemente evidenziato nelle varie formule fac-simile che vengono abitualmente presentate ai venditori in acquisti del genere.
Infine, per completezza sull’argomento, qualora l’acquisto delle lastre non possa essere effettuato dalla ditta che ne esegue la posa, il committente sarà soggetto all’applicazione dell’aliquota ordinaria I.V.A. per l’acquisto di materie prime e semilavorati, e cioè del 20%.