Quesiti e approfondimenti

Condividi:

AIM ITALIA: IL CANALE DI CREDITO ALTERNATIVO PER LE PMI

Il tessuto industriale italiano appare costellato da realtà aziendali medio piccole che si contraddistinguono, a livello internazionale e mondiale, per qualità ed eccellenza produttive. Il sostegno di tale nomea, nonché il suo rafforzamento, è tuttavia fortemente pregiudicato dalle risorse di cui esse possono disporre. L’avvento della crisi economica del 2009, che ha attanagliato il Paese, ha difatti sortito nei loro confronti effetti particolarmente negativi, dando luogo ad un restringimento del credito ed all’applicazione di elevati tassi d’interesse, difficili da sostenersi. In questo contesto, l’intervento della BCE a partire dal 2011, con operazioni di LTRO, TLTRO e QE, ha permesso un loro abbassamento, fino all’assunzione di valori negativi su operazione a breve termine (ad esempio su presentazioni di portafoglio al salvo buon fine, ecc). Le PMI hanno pertanto beneficiato di tali azioni agevolative, avvicinandosi nuovamente all’ambiente bancario per godere dei vantaggi ad esso connessi. L’assunzione di tale punto di vista, tuttavia, ha portato anche le aziende più virtuose a tralasciare ogni contesto alternativo per l’ottenimento di capitali, aumentando la propria dipendenza rispetto alle banche ed ignorando la temporaneità dell’intervento della BCE. In questo scenario, dunque, la necessità di individuare un canale sostitutivo o aggiuntivo nel reperimento delle risorse finanziarie è diventata sempre più sentita, dando evidenza al mercato azionario.

La mancata considerazione, fino a tempi più recenti, di quest’ultimo è da associarsi alle ingenti barriere presenti al suo accesso, rappresentate non solo da costi economicamente quantificabili, ma anche da obblighi di trasparenza e disclosure a cui difficilmente le PMI sono disposte a sottostare. In tale ottica, dunque, è stata predisposta l’introduzione di AIM Italia, quale mercato alternativo dei capitali sviluppatosi sulla base del riconosciuto AIM UK. Il suddetto contesto è stato creato da Borsa Italiana nel 2012 per incontrare perfettamente le necessità e le peculiarità presentate dalle PMI, permettendo loro l’accesso a capitali maggiori ed in ottica di lungo termine, riducendo drasticamente gli obblighi da osservarsi, rappresentati dal solo flottante minimo del 10%. La volontà del legislatore di favorire l’aumento delle quotazioni delle piccole e medie imprese si è successivamente tradotta nell’introduzione di uno strumento innovativo nell’impiego del risparmio, quali i PIR. Tali fondi, difatti, posseggono un vincolo di investimento pari al 70% del portafoglio in società italiane, di cui il 30% alle sole PMI. Allo stato attuale, il fenomeno PIR, con annesse le agevolazioni fiscali riconosciute agli investitori ed il rinnovo di un certo patriottismo economico, ha mostrato un duplice esito. Da un lato, difatti, ha originato un incremento anomalo dei rendimenti dei titoli su cui tali strumenti possono investire, comportando una cannibalizzazione rispetto alle blue chip di Borsa Italiana. Dall’altro, ancora debole sembra apparire l’impatto dei PIR sulle IPO, le quali non hanno rivelato variazioni significative rispetto al passato. Tuttavia, a tal proposito, un movimento in direzione contraria si è iniziato a verificare a partire dalla seconda metà del 2017 grazie al fenomeno delle Spac, società appositamente costituite per reperire risorse nel mercato azionario con cui attuare operazioni straordinarie rilevanti (acquisizione di PMI, ad esempio). Non a caso, difatti, il settore finanza appare predominante tra le 24 società che hanno effettuato l’accesso ad AIM Italia nel corso dell’anno appena conclusosi, tra cui figurano ben 8 Spac. Si presenta, pertanto, una realtà parallela, rispetto a quella delle tipiche piccole e medie imprese di tradizione familiare, tra coloro che decidono di approcciarsi al contesto borsistico, elemento che evidenzia possibilità incrementative, in termini di dimensioni e capitalizzazione di AIM Italia, secondo una duplice via.

A fronte di un esiguo numero di IPO generatesi dall’introduzione dei PIR, è bene comunque sottolineare come questo dato non presupponga un fallimento dell’iniziativa assunta dal legislatore. Risulta, infatti, opportuno rimarcare come le tempistiche necessarie per la preparazione alla quotazione e quelle legate al processo di convincimento delle singole aziende non avrebbero certamente potuto sortire effetti estremamente positivi in un breve arco temporale. In tale scenario, tuttavia, si è assistito ad un graduale incremento di liquidità sui titoli delle PMI, tale per cui AIM Italia sta diventando sempre più una vera e propria fonte di denaro per progetti di crescita e sviluppo delle PMI, ed un parallelo aumento del numero di imprese aderenti al programma ELITE. Questi due elementi sono pertanto diventati variabili attrattive per le imprese del panorama italiano e lasciano ben sperare circa un’accelerazione delle IPO nel prossimo futuro, sommandosi agli attuali presupposti circa la possibilità che i PIR replichino il successo dei paralleli strumenti introdotti in Inghilterra e Francia, riuscendo a favorire lo sviluppo del relativo mercato azionario. Recentemente, inoltre, il legislatore ha voluto incrementare la propensione di tali realtà aziendali all’accesso ad AIM Italia predisponendo, con La Legge di Bilancio 2018, un credito d’imposta sul 50% dei costi di consulenza sostenuti per le quotazioni fino al 31 dicembre 2020. Complessivamente la misura attuata ammonterà, per il triennio 2019-2020, ad 80 milioni di euro, riconoscendo fino ad un massimo di 500 mila euro per azienda. Questa azione si colloca all’interno di un piano più ampio di rafforzamento delle dinamiche borsistiche italiane, grazie al quale si potrà assistere ad un graduale sviluppo delle PMI e ad un loro abbandono dell’ottica di breve periodo che da sempre le caratterizza. L’attenzione generalmente dimostrata nei confronti di questa tematica, le prospettive delineate e la centralità riconosciuta alle PMI nel panorama economico italiano richiedono, pertanto, a quest’ultime, di guardare alla quotazione con spirito propositivo e non più conservativo. A tal proposito, i benefici che AIM Italia è stato in grado di generare per quelle imprese che hanno deciso di accedervi è riprova di come, a dispetto della crisi, esistano realtà valide e meritevoli di aspirare alla realizzazione dei propri progetti di crescita. Il successo, tuttavia, non deve essere assunto come esito scontato, pertanto si prescrive la necessità per le PMI di servirsi di professionisti in grado di offrire loro consiglio e supporto nella quotazione, quali sono i Partner Equity Markets. La collaborazione e la competenza di quest’ultimi, unite al valore aziendale, potranno aprire alle PMI un nuovo scenario in cui la disponibilità di risorse non sia più un limite alle loro aspirazioni.

Per maggiori informazioni rivolgiti ai nostri esperti di consulenza aziendale all’indirizzo info@admassociati.it

Hai un quesito da inviarci?

RICHIEDI UN PREVENTIVO PER IL TUO QUESITO
aim italia credito pmi

CATEGORIE

Potrebbe interessarti anche:

 

Email: info@admassociati.it