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Gestione spese legali per prestazione oggetto di contestazione

In primo luogo è bene segnalare come a fronte della contestazione mossa dal cliente della società istante il quesito e stando all’operato del legale si sia comunque riusciti ad incassare quanto di spettanza alla società stessa.

Di conseguenza, poiché la prestazione originariamente resa al cliente finale è stata saldata, e poiché fra le parti coinvolte si è raggiunto un accordo senza aver ricorso ad ulteriori procedure forzose per il recupero del credito (sostanzialmente accordo stragiudiziale), si dovrà:

a)    Emettere fattura nei confronti del cliente della società per l’importo del servizio pattuito;

b)   Procedere con ordinaria “chiusura contabile” del credito vantato al ricevuto incasso;

c)    Registrare la consulenza del legale della società tra i costi per servizi, spesandola e saldandola in quanto completamente inerente all’esercizio d’impresa.

Sulla base di quanto delineato, quindi, non è possibile designare il cliente della società quale soggetto debitore della consulenza legale, in quanto non si è né in presenza di un mandato con rappresentanza e quindi di spese “sostenute in nome e per conto”, né tanto meno di “sentenza” che possa prevedere la distrazione delle spese legali sostenute.

Purtroppo, quindi, la società rimarrà “incisa” del costo sostenuto per le pratiche legali che saranno, comunque, pienamente deducibili e detraibili dal reddito d’impresa vista la completa inerenza.

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